2009/12/13

Una notizia buona e una cattiva sul belpaese

La notizia buona.
Questa mattina, con alcuni membri di "Quelli ke vogliono cambiare Napoli", a Piazza Plebiscito, abbiamo dato vita alla prima piccola iniziativa di sensibilizzazione dei cittadini.
I primi volantini, le prime reazioni.
Il primo passo, il primo piccolo risultato. Ma pur sempre un inizio, cui spero faccia seguito un moltiplicarsi di inziative e campagne di informazione.
E' questo, infatti, il punto di partenza per poter realizzare quel cambiamento che tanto desideriamo e per poter vedere esaudite quelle proposte che nella nostra mente vanno progressivamente delineandosi.
Questi sono i passi più difficili, perchè sono quelli in cui dobbiamo "rompere il ghiaccio", quelli in cui dobbiamo superare il muro di resistenza, indifferenza e diffidenza dei cittadini.
Ma dobbiamo essere determinati e avere pazienza, perchè sono certa che, quando avremo raggiunto credibilità e visibilità, quel muro si sgretolerà in mille pezzi.
Noi dobbiamo e possiamo diventare il cuscinetto tra un'amministrazione inesistente e una dilagante criminalità, quel cuscinetto che consentirà ai cittadini di scorgere la prospettiva di un mutamento, un'alternativa alla realtà attuale caratterizzata da incertezza e staticità.
E adesso la notizia cattiva.
Oggi ho avuto l'ennesima dimostrazione di quanta meschinità ci sia nell'uomo.
Il riferimento è all'episodio del ferimento di Berlusconi.
Anch'io vorrei che Berlusconi si dimettesse (anche se non è vano chiedersi chi possa sostituirlo
nel mare magnum del malcostume politico), ma non gli auguro nè la morte nè festeggio il suo ferimento. Alla base del gesto di questa persona e di tanti altri gesti come questo (dalla scarpa scagliata contro Bush alle invettive di Castelli contro Saviano) c'è la medesima "distorsione", che affonda le radici nell'incapacità di comprendere che siamo "persone" prima che "ruoli", e che si nutre di ignoranza, meschinità e assoluta assenza di risorse.
L'accanimento e la violenza che vanno oltre la giusta e sana contestazione politica denotano infatti l'incapacità di assumere un ruolo attivo e risolutivo rispetto ai problemi.
L'Italia è, d'altra parte, affetta da grave immaturità politica. Nell'elettorato di destra come in quello di sinistra non vi è confronto nè crescita. Gli uni tendono a seguire il proprio idolo politico come le pecorelle il proprio pastore e gli altri si lasciano andare ad accesissime e vuote polemiche, senza riuscire a rappresentare una valida alternativa.
Ed in questo avvicendarsi di atteggiamenti siamo giunti al clima di assoluta incertezza e disorientamento di questi ultimi mesi.
Ma sono proprio gli eventi di questi giorni che mi fanno pensare che si stia arrivando ad un punto di rottura. La crisi politica esiste ed è grave. Berlusconi ormai si sta lasciando andare al delirio, spinto in questa direzione dai suoi oppositori e dai suoi vecchi alleati che cercano di prenderne le distanze, nella prospettiva di un nuovo governo. E proprio in questa prospettiva ciascuno sgomita nel tentativo di acquisire consensi. Anche se poi mi chiedo: giunti alla rottura, la popolazione come accoglierà il nuovo capo di governo, scelto tra i soliti noti?
La verità è che ci vorrebbe un rinnovamento ed uno svecchiamento della classe politica.
Occorrerebbero nuovi esponenti di nuovi partiti. Persone giovani, con una cultura internazionale ed al contempo fortemente legata all'Italia e ai suoi valori. Una classe politica versatile e
"polispecializzata", in grado di assolvere le proprie funzioni e di trainare l'Italia verso una reale crescita sociale.
In fondo vi è stata un'epoca antica in cui la politica era nelle mani dei sapienti.
Forse il momento di restituire la gestione della res publica a menti colte e illuminate è tornato, ma sarà nostro il compito di rendere ciò possibile.

No comments:

Post a Comment