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2018/02/06

Italia: diritto all'oblio e protezione dei cittadini italiani oltre i confini europei

Dopo il provvedimento dello scorso giugno, il Garante torna ad occuparsi di diritto all'oblio.
Se nella pronuncia precedente aveva sottolineato la rilevanza di elementi ulteriori rispetto a quello temporale al fine di valutare l'opportunità di una deindicizzazione, nell'ultimo caso è intervenuto in favore di una estensione della protezione dei cittadini italiani anche al di fuori dei confini europei.
Nel caso di specie, il ricorrente aveva chiesto la deindicizzazione di numerosi url europei ed extraeuropei che rimandavano a messaggi o brevi articoli anonimi pubblicati su forum o siti amatoriali e giudicati gravemente offensivi della propria reputazione. Tra di essi comparivano inoltre informazioni, giudicate false, attinenti allo stato di salute del ricorrente nonché a presunti reati da questo commessi. 
Il Garante si è pronunciato in senso favorevole al ricorrente, invitando Google a deindicizzare gli url riferibili al ricorrente, cittadino italiano, sia nelle versioni europee sia in quelle extraeuropee del motore di ricerca. Infatti la perdurante reperibilità di informazioni inesatte - a maggior ragione in quanto attinenti a dati sensibili - contenute in campagne personali e commenti spiacevoli, nel cagionare un impatto"sproporzionatamente negativo" sulla sfera privata del ricorrente, induce necessariamente ad una valutazione ed un approccio piu' rigoroso da parte dell'Autorità.





2014/12/23

Garante della privacy: provvedimenti sul diritto all'oblio

Riporto di seguito un estratto della newsletter del Garante Privacy, consultabile sul sito dell'autorità.
"Il Garante privacy ha adottato i primi provvedimenti in merito alle segnalazioni presentate da cittadini dopo il mancato accoglimento da parte di Google delle loro richieste di deindicizzare pagine presenti sul web che riportavano dati personali ritenuti non più di interesse pubblico. A seguito della recente sentenza della Corte di Giustizia europea sul diritto all'oblio, Google è infatti tenuta a dare un riscontro alle richieste di cancellazione, dai risultati della ricerca, delle pagine web che contengono il nominativo del richiedente reperibili utilizzando come parola chiave il nome dell'interessato.
La società deve valutare di volta in volta vari elementi quali ad esempio: l'interesse pubblico a conoscere la notizia, il tempo trascorso dall'avvenimento, l'accuratezza della notizia e la rilevanza della stessa nell'ambito professionale di appartenenza. Di fronte al diniego di Google, gli utenti italiani possono rivolgersi al Garante per la privacy o all'autorità giudiziaria.
Le segnalazioni e i ricorsi pervenuti al Garante, riguardano la richiesta di deindicizzazione di articoli relativi a vicende processuali ancora recenti e in alcuni casi non concluse.
In sette dei nove casi [doc. web nn. 3623819, 3623851, 3623897, 3623919, 3623954, 3624003 e 3624021] definiti il Garante non ha accolto la richiesta degli interessati, ritenendo che la posizione di Google fosse corretta in quanto è risultato prevalente l'aspetto dell'interesse pubblico ad accedere alle informazioni tramite motori di ricerca, sulla base del fatto che le vicende processuali sono risultate essere troppo recenti e non ancora espletati tutti i gradi di giudizio.
In due casi [doc. web nn. 3623877 e 3623978], invece, l'Autorità ha accolto la richiesta dei segnalanti. Nel primo, perché nei documenti pubblicati su un sito erano presenti numerose informazioni eccedenti, riferite anche a persone estranee alla vicenda giudiziaria narrata. Nel secondo, perché la notizia pubblicata era inserita in un contesto idoneo a ledere la sfera privata della persona. Tutto ciò in violazione delle norme del Codice privacy e del codice deontologico che impone di diffondere dati personali nei limiti dell'"essenzialità dell'informazione riguardo a fatti di interesse pubblico" e di non descrivere abitudini sessuali riferite a una determinata persona identificata o identificabile. L'Autorità ha quindi prescritto a Google di deindicizzare le url segnalate".