In un periodo di crisi economica come quello che stiamo vivendo anche in un settore ricco come quello televisivo può essere utile ricorrere a strumenti contrattuali che consentano, specialmente, agli operatori di minori dimensioni e a quelli emergenti di ottimizzare la propria attività imprenditoriale.
In tale ottica va senz’altro menzionato il contratto di bartering, sviluppatosi in tempi relativamente recenti negli Stati Uniti, e suscettibile di acquisire contenuti particolari a seconda delle concrete esigenze.
Immaginiamo un’ipotesi molto semplice che coinvolga un produttore indipendente ed un’emittente televisiva di piccole dimensioni.
Ricorrendo a tale schema, il produttore potrà realizzare un programma, inserendo liberamente al suo interno i messaggi pubblicitari, per poi cederlo ad una emittente in cambio del servizio di diffusione della pubblicità.
Si realizza quindi un vero e proprio scambio tra cessione dei diritti di diffusione del programma ed acquisto di spazi nel palinsesto dell’emittente.
Questa operazione presenta evidenti vantaggi per tutti i soggetti coinvolti.
Per un verso, infatti, l’emittente può implementare il proprio palinsesto ottenendo programmi a costo zero; e per altro verso il produttore può accrescere la propria visibilità e le proprie “chance” di lavoro.
In tale ottica, il contratto di bartering può senza dubbio rappresentare un’opportunità di crescita per tutti quegli operatori, giovani ma non solo, che abbiano voglia di sperimentare le proprie capacità, di implementare il proprio bagaglio professionale e di affermarsi su un mercato che ha bisogno più che mai di idee nuove.
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